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The Chronicle Of Orden • Leggi argomento - Prologo: The Chronicles Of Orden (v1.0)


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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Prologo: The Chronicles Of Orden (v1.0)
MessaggioInviato: venerdì 5 agosto 2011, 18:42 
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Fonti:
“LLENIGASIA” - Regolamento GRV - di Gabriele Gigli con l’aiuto di Annamaria Quaresima
Wikipedia
La Spada della Verità di Terry Goodkind

Ringraziamenti:
“The Chronicles of Orden” – Ambientazione: Nicola Detti
“The Chronicles of Orden” – Regolamento: Daniele Legramante
Si ringrazia inoltre per il supporto e le correzioni:
Annamaria Quaresima
Illustrazioni: Francesca Scarponi
Grafica Web: Roberta Burattini
Copyright © Associazione Senza Fini di Lucro: Fantasia Sogno Realtà 2010 All rights reserved.



Vi fu un tempo in cui il cercatore difese il mondo dal Guardiano. Un tempo al quale seguì un secolo di pace. Richard riuscì a recuperare il suo han e fu istruito da Zeddicus all’arte della magia. Ebbe una figlia con Kahlan, Linthya che divenne madre depositaria. Richard, in qualità di mago del primo ordine, poté nomi-nare un nuovo cercatore, Cornath che prendendo il controllo degli scrigni dell’orden sposò Linthya conti-nuando la stirpe dei Rahl. Ma l’ingordigia è il più grande nemico degli uomini ed il Guardiano non dovette fare altro che attendere per iniziare la sua nuova campagna contro il Creatore. Cornath e Linthya ebbero due figli: un maschio che chiamarono Galdain ed una femmina cui venne dato il nome della nonna, Kahlan. In genere i figli maschi di una depositaria vengono uccisi alla nascita poiché il loro potere diventa nel tempo incontrollabile. Cornath e Linthya pensarono di poter evitare questo inconveniente utilizzando il potere dell’orden ma non sapevano che Galdain celava in se un potere che nessuno aveva mai visto; un potere quasi divino. Per uno strano scherzo del destino infatti il piccolo ereditò i poteri magici del nonno. Fu quando Galdain compì 12 anni che il Guardiano fece la sua mossa. Mentre il giovane Rahl stava giocando in un bosco vicino al castello dei genitori si imbatté nello spirito del fratello di suo nonno: Darken Rahl. Darken Rahl spiegò al giovane Galdain che i genitori lo stavano controllando con il potere dell’orden poiché avevano paura dell’immenso potere che egli possedeva e gli rivelò che il Guardiano era disposto a liberarlo da questo controllo. Galdain non si fidava del misterioso spirito ma ne rimase incuriosito. L’idea di possedere questo immenso potere lo affascinava. Fu così che Darken Rahl iniziò ad apparire al giovane pronipote e gli insegnò come controllare ed utilizzare il suo Han. Quando il ragazzo compì 16 anni il suo potere era tale che riuscì a sfuggire al controllo dell’orden e scappò di casa. Per anni non si seppe niente di lui; precisamente fino a quando, all’età di 22 anni, tornò a capo di un piccolo esercito alla volta del castello dei Rahl deciso ad entrare in possesso degli scrigni dell’Orden. Il Guardiano era tornato, aveva la sua nuova marionetta, la guerra era di nuovo alle porte.



Richard, affacciato dal balcone della sala del trono, osservava il piccolo esercito di Galdain schierato in un silenzio surreale. Il suo sguardo era triste. Quella pace per cui aveva tanto lottato stava per finire. E a distruggerla sarebbe stato suo nipote. Il suo istinto sapeva che l’orden avrebbe fallito nel controllare il figlio di una depositaria. Se lo sentiva. Ma il suo cuore aveva approvato la decisione di sua figlia così come quello di sua moglie Kahlan. Ed ora la famiglia Rahl era di nuovo in conflitto, divisa tra il bene ed il male. Fu così che Richard Rahl, mago del primo ordine, si recò nella stanza dove erano custoditi i tre scrigni dell’orden che egli avrebbe protetto come sempre affiancato dalla madre depositaria. Oramai erano entrambi vecchi ma la loro magia era ancora potente come un tempo. Anche Cornath e Linthya decisero di unirsi a Richard e sua moglie con la figlia Kahlan. Tre depositarie, il cercatore con la spada della verità ed il più potente mago di sempre basteranno a proteggere gli scrigni – pensarono. L’esercito di Richard, schierato a difesa del castello, attendeva. Gli uomini erano tesi, spaventati dal nuovo nemico. D’un tratto una voce spezzò il silenzio, un urlo di guerra, prolungato e profondo. Per un attimo il tempo sembrò fermarsi e poi… fu la guerra. L’esercito di Richard resistette a lungo e sterminò tre quarti degli uomini di Galdain. Nessuno poteva però immaginare quanto il giovane Rahl fosse diventato potente col passare degli anni. Egli si fece largo tra i combattenti ed entrò nel castello.
- Kahlan, giovane nipote mia – disse Richard estraendo un piccolo amuleto dalla tasca ed avvicinandosi alla giovane depositaria – tuo fratello sta per arrivare. Qualunque cosa succeda è fondamentale che tu sopravviva e che porti questa amuleto nel vecchio mondo, al Palazzo dei Profeti. Cerca un giovane mago di nome Demian. Lui saprà cosa farne.
- Quando tutto questo sarà finito potrete portarcela voi nonno – rispose preoccupata la giovane
- No Kahlan. In passato ho combattuto le mie battaglie ma ora è il tuo turno. Io sono troppo vecchio.
Richard sorrise alla nipote. Un sorriso carico di affetto. Poi volse il suo sguardo verso la porta di ingresso. Galdain era arrivato. Il giovane Rahl sfondò la porta con un incantesimo e si diresse verso gli scrigni.
- Fermati Galdain – tuonò Richard – questa follia deve finire adesso!
- Credi di potermi fermare vecchio? – rispose il giovane con tono sarcastico
Galdain non aveva alcuna intenzione di rinunciare agli scrigni ed all’immenso potere che essi gli avrebbero donato. Sfidò la magia di suo nonno. Entrambi posero le mani sugli scrigni mentre le tre depositarie cercavano invano di avvicinarsi a Galdain per confessarlo. Un’enorme luce si sprigionava dagli scrigni dell’Orden pervasi dalla magia dei due maghi più potenti mai visti. Cornath brandì la sua spada lanciandosi sulle mani del figlio nel tentativo di fargli perdere la presa sugli scrigni ma il suo fendente venne deviato dalla potente magia di Galdain e finì per colpire gli scrigni stessi. In quel momento Richard guardò sua moglie. Uno sguardo carico di dolore e tristezza. Uno sguardo di addio. Con un estremo sacrificio lanciò un potentissimo incantesimo. Ci fu un bagliore accecante, un forte rumore e poi la quiete.



Quando Cara arrivò non poté credere ai suoi occhi. Richard e Kahlan, i suoi amici con i quali aveva condiviso una vita di avventure, giacevano a terra privi di vita. Sono rimasta sola – pensò – Prima Zedd ed ora Richard e Kahlan… sono rimasta solo io. Subito si accorse che a terra c’erano anche Cornath, Linthya e la giovane Kahlan. Purtroppo anche Linthya sembrava essere senza vita. Cara fece il possibile per salvarla ma oramai era troppo tardi. Cornath e la giovane Kahlan rinvennero dopo pochi minuti.
- Cara – disse Cornath frastornato – Da quanto siamo svenuti?
- Pochi minuti. Che cosa è successo agli scrigni dell’Orden? – chiese
- Come puoi pensare agli scrigni mentre Richard, Kahlan e Linthya giacciono a terra privi di vita? – rispose il cercatore con voce rabbiosa
- A meno che tu non voglia fare sia che siano morti invano è meglio che inizi a preoccuparti degli scrigni. Dobbiamo decidere cosa farne. Ora che non c’è più Richard con noi siamo in svantaggio. Non c’è più un mago del primo ordine al nostro fianco.
- Sono andati in frantumi – si intromise Kahlan – Mia nonna mi ha protetta dall’esplosione e la spada della verità ha protetto voi padre. La magia è stata così forte che gli scrigni sono esplosi. Prima di svenire ho potuto vedere che mio fratello è riuscito a scappare portandone uno con se.
- E sette ne sono rimasti qui – riprese Cara – ma la loro magia non sembra essere attiva.
- Forse potremmo portare gli scrigni ai maghi dei “Nuovi Ordini” – disse Kahlan – Sapranno certamente come riattivarli.
- Buona idea figlia mia ma i maghi dei nuovi ordini sono solo quattro. Che facciamo degli altri tre?
- Mio nonno voleva che io andassi nel vecchio mondo, al tempio dei profeti. Ricordate padre? – il cercatore annuì in silenzio – Potremmo portarne uno li.
- Ti accompagneremo noi. Forse le sorelle della luce sapranno cosa fare – disse Cara. – Andate a prepararvi. Io vado a chiamare mia nipote Keyra. È bene che anche lei venga con noi.
- Cara – implorò il cercatore - dammi almeno il tempo di seppellire mia moglie, Richard e Kahlan.
- Fallo se devi – rispose Cara col suo tono perentorio e scocciato – ma fallo in fretta o saranno morti per niente.
Quella sera Cara, il cercatore e sua figlia Kahlan seppellirono i loro cari e con le lacrime agli occhi partirono sfruttando la notte. I quattro si diressero direttamente al palazzo dei profeti, nel vecchio mondo. Quella era la prima destinazione che si erano posti e forse la più importante. Impiegarono circa due settimane a raggiungere il palazzo. Due settimane nelle quali non incontrarono neanche un soldato federe a Galdain. Una cosa che li sorprese. Forse il giovane Rahl aveva subito un colpo più duro di quello che si aspettava. Fu una sorella della luce ad accoglierli.
- Benvenuti al palazzo dei profeti. Vi stavamo aspettando.
- Sapevate del nostro arrivo? – chiese Cornath
- Si. Esiste una profezia che parla del vostro arrivo.
- Allora saprete che sono qui per incontrare Demian – si intromise Kahlan
- Si giovane depositaria. Demian vi attende. Seguimi, ti porterò da lui.
Mentre il cercatore, Cara e Keyra venivano accompagnati nelle loro stanze, Kahlan incontrò Demian. Era un giovane mago dall’aspetto enigmatico. Alto circa un metro e ottanta camminava per la stanza impaziente col viso celato dal suo grande cappuccio grigio. Subito si accorse dell’arrivo della depositaria ma non si voltò.
- Ben arrivata giovane Kahlan. – esordì il mago mentre la sorella della luce se ne andava – hai con te l’amuleto?
- Si. Mio nonno me l’ha dato perché io potessi portartelo. Che cos’è.
Demian spiegò alla giovane che in quell’amuleto era racchiuso un antico e potente incantesimo grazie al quale egli avrebbe potuto impadronirsi delle esperienze e delle conoscenze di Zeddicus e Richard. Era però necessario eseguire un rituale al termine del quale egli sarebbe divenuto mago del primo ordine ottenendo così il potere di nominare un nuovo cercatore.
- Perché nominare un nuovo cercatore? – chiese Kahlan – Mio padre è il cercatore.
- Kahlan, il cuore di tuo padre è straziato dal dolore della sua perdita. Non è in grado di proseguire in questa battaglia. Dobbiamo nominare un nuovo cercatore. Le profezie dicono che egli si mostrerà ai miei occhi quando sarà pronto.
- E che cosa farà mio padre?
- Potrà fare quello che preferisce. Se lo desidererà potrà restare qui al Palazzo dei Profeti, altrimenti potrà andarsene e fare della sua vita quello che vorrà. Abbiamo un solo problema.
- Quale? – chiese la giovane depositaria
- Abbiamo bisogno di una Mord’Sith ma Cara è troppo vecchia e non ce ne sono altre in giro.
- Cara non acconsentirà mai ad addestrare una nuova Mord’Sith
- Lo so – riprese i l mago – non sarà necessario che lo faccia.
- Cosa intendi?
- Una volta che avrò acquisito l’esperienza e le conoscenze di Zeddicus e Richard potrò studiare un modo per emulare magicamente le abilità di Cara. Fonderemo un nuovo ordine. Ciò che mi preoccupa è che non ho idea di quanto tempo possa volerci. E se dovessi metterci un anno significherebbe che tuo fratello avrebbe a disposizione 10 anni nel mondo esterno per potersi riorganizzare.
- Allora tornerò la fuori e lo combatterò fino a quando tu non sarai pronto!
- Come? – sorrise il giovane mago - In questo momento tuo fratello è molto più potente di te e di me. Dobbiamo restare qui e prepararci tutti assieme.
- Ma se noi resteremo qui, chi porterà ciò che rimane degli scrigni dell’orden ai maghi dei nuovi ordini? – chiese preoccupata Kahlan
- Un gruppo di sorelle della luce è già partito si occuperanno loro di questo.

Il giorno dopo Demian eseguì il rituale con l’aiuto delle sorelle della luce. Era incredibile quante conoscenze l’amuleto celasse in se. Due vite di ricordi e di esperienze, centinaia di incantesimi dai più semplici ai più potenti e oscuri. Una quantità di informazioni che il mago, per quanto sicuro di se, non era pronto a sostenere. Al termine del rituale cadde a terra svenuto. Si riprese dopo alcuni giorni.
- Che cosa è successo? – chiese tentando di alzarsi
- Rimani sdraiato per un po’ – lo fermò Kahlan – sei svenuto dopo il rituale. Hai bisogno di qualche minuto per svegliarti dal torpore di questi tre giorni di sonno.
- Tre giorni? – chiese stupito il mago – Ho un mal di testa terribile. Non credevo che quell’amuleto celasse in se una così grande quantità di esperienze.
- Da quel che so Zeddicus e mio nonno hanno avuto delle vite piene di avventure. Dovevi aspettartelo.
- Devo riprendermi in fretta non abbiamo tempo da perdere.
Ci vollero tre mesi prima che Demian riuscisse a dominare i ricordi e le conoscenze acquisite con il rituale. Era però chiaro a tutti che qualcosa lo metteva in agitazione.
- Demian, cosa c’è che non va? Sembri molto preoccupato.
Il giovane mago era seduto davanti al caminetto acceso della sua stanza. Pensieroso. Rimase un po’ in silenzio mentre Kahlan si avvicinava a lui. La giovane depositaria gli appoggiò la mano sulla spalla. Demian rivolse il suo sguardo verso di lei e vide il suo sorriso rassicurante.
- Ho acquisito due vite di esperienze e di conoscenze – prese a parlare con voce affranta – ma per quanto mi impegni non riesco a trovare in esse alcun incantesimo che ci permetta di emulare le capacità di Cara. Se dovessimo partire solo io e te le profezie potrebbero non avverarsi mai.
- Stai tranquillo. Sono sicura che troverai un modo. Parliamone con le sorelle della luce. Potrebbero aiutarti.
- Non lo so. Ma in fondo tentar non nuoce.
I due si recarono dalla Priora.
- In che cosa posso esservi utile miei giovani ospiti?
- Come sapete secondo le profezie io dovrei riuscire ad emulare le abilità magiche di Cara – spiegò il mago – il nostro gruppo dovrebbe essere formato da un mago, una giovane depositaria e una guerriera le cui abilità discendono dalle Mord’Sith. Per quanto possa scavare nelle esperienze di Zeddicus e Richard però, non riesco a trovare un modo perché questa profezia si possa compiere.
- Non troverai alcuna risposta al palazzo dei profeti giovane mago – rispose sorridendo la priora – devi sapere che il vecchio mondo è abitato da creature sfuggenti ma dai grandi poteri magici. Creature che abitano questo mondo da tempi che le nostre leggende non riescono a ricordare.
- E queste creature saprebbero come aiutarci? – chiese incuriosita Kahlan
- Sicuramente si. Ma dovrete dimostrare loro di essere degni della loro fiducia.
- Da come parlate sembra che non sia facile. – sospirò Demian – Sono forse un popolo diffidente?
- Si. Ma voi siete i portatori della Spada della Verità e questo vi aiuterà.
- Come possiamo trovare questo popolo? – chiese Kahlan
- Domani al sorgere del sole partirete. Prendete il sentiero a nord e seguitelo per tre giorni. Troverete una radura. Prima di entrarvi Demian dovrà alzare la spada della verità verso il cielo e pronunciare le parole di questo incantesimo – la Priora porse al giovane mago una pergamena – in questo modo potrete aprire il passaggio verso le terre degli elfi.
- Non sembra un viaggio pericoloso – si intromise Cara che fino a quel momento era rimasta in silenzio – Dov’è la fregatura?
- Le terre degli elfi non sono popolate da soli elfi – riprese la Priora – ma anche da un altro popolo. Il popolo dei Nani. A loro dovrete fare attenzione. Sono un popolo scorbutico, irascibile, violento e diffidente. E poiché generalmente non sono neanche troppo intelligenti di certo vi scambieranno per elfi e vi attaccheranno senza neanche chiedervi chi siete nel caso doveste incontrarli. Ricordate che anche nelle terre degli elfi, come nel palazzo dei profeti, il tempo scorre dieci volte più veloce che nel nuovo mondo. Ora andate. Voi dovete prepararvi ed io ho dei compiti a cui assolvere.
Kahlan e Demian tornarono nelle loro stanze, avevano bisogno di riposarsi. Sapevano già che il viaggio che li aspettava sarebbe stato più avventuroso del previsto. Così la mattina seguente partirono. I primi tre giorni di cammino passarono senza alcun problema. Giunsero alla radura di cui parlava la Priora, Demian alzò al cielo la spada della verità e pronunciò l’incantesimo. Si alzò un vento docile che smosse le fronde degli alberi, una luce intensa proveniva dalla radura. I due compagni di viaggio si guardarono, si presero per mano ed entrarono nella radura. Attraversarono la luce e quando ne riemersero si trovarono di fronte ad un panorama da togliere il fiato. La foresta lasciava intravvedere una vallata verdeggiante al centro della quale era situato un piccolo villaggio. Si avvicinarono di soppiatto e con loro grande sorpresa scoprirono che il villaggio sembrava essere popolato da umani.
- Salve buon uomo – disse Demian avvicinandosi ad un abitante del villaggio – veniamo da un lungo viaggio e avremmo bisogno di un po’ di ristoro. C’è forse una locanda in questo ridente villaggio?
- Che strana domanda. – rispose l’uomo – Tutti sanno che questo villaggio esiste solo per dare ai viaggiatori di ritorno un posto sicuro in cui ristorarsi.
- Perdonatemi – riprese il mago sorridendo – è la prima volta che giungiamo in queste terre.
Demian notò che questa frase attirò l’attenzione di altri abitanti del villaggio che si trovavano attorno a lui e Kahlan. Uno di loro corse via.
- Chi siete – chiese l’uomo – e che cosa ci fate qui?
- Siamo venuti a cercare gli Elfi – disse Kahlan con voce calma – non avete nulla da temere.
Intanto l’abitante scappato tornò con alcuni uomini armati. Uno di loro estrasse la spada e la puntò contro Demian.
- Calma… calma… – disse il mago – non abbiamo intenzioni ostili.
- Come siete entrati in queste terre? – chiese la guardia
- Veniamo dal palazzo dei profeti. La priora mi ha spiegato come entrare nelle terre degli elfi. La mia magia e la spada della verità mi hanno permesso di aprire le porte di queste magnifiche terre. Cerchiamo il vostro aiuto. Non lo scontro.
Lentamente Demian scostò la sua veste da mago e scoprì la spada della verità. Gli abitanti del villaggio sembrarono rasserenarsi e le guardie rinfoderarono le loro spade.
- Scusate la nostra diffidenza – disse la guardia – ma gli ultimi stranieri che sono entrati nelle nostre terre hanno portato guerre e sofferenze e non se ne sono più andati. Tuttavia, se riuscite a maneggiare la spada della verità senza esserne sopraffatto, non potete essere una minaccia per noi. Che cosa state cercando?
- Conoscenza – rispose Demian – Ho bisogno di imparare un incantesimo.
- In questo caso dovrete rivolgervi agli anziani.
- Dove possiamo trovarli? – si intromise Kahlan
- Sarà un lungo cammino. Proseguite verso est fino a quando non incontrerete un grande fiume. Seguitelo poi verso sud. Dopo circa tre giorni di cammino arriverete a Monte Cavo. Dovrete aggirarlo per evitare di scontrarvi coi nani. Una volta aggirato proseguite ancora verso sud. Da li dovreste impiegare al massimo due giorni a raggiungere il Tempio degli anziani. Avrete ancora bisogno della tua magia e della spada per attraversare le barriere magiche erette dagli anziani.
- Quanto pensi che ci impiegheremo?
- Non ne ho idea… aggirare Monte Cavo vi porterà via parecchio tempo. Il terreno è molto accidentato e muoversi risulta difficile. Probabilmente impiegherete un mese, forse più.
- Non possiamo perdere tutto questo tempo – disse Demian con voce seccata
- Calmati Demian – lo rassicurò Kahlan – Quali alternative abbiamo buon uomo? – proseguì la depositaria rivolgendosi alla guardia.
- Potete attraversare Monte Cavo ma sicuramente troverete orde di Nani pronte ad attaccarvi sul vostro cammino. Potreste non uscirne vivi.
- Quanto tempo potremmo risparmiare attraversando Monte Cavo? – riprese Demian
- Se riuscite ad attraversarlo indenni potreste risparmiare un paio di settimane di cammino.
Demian si estraniò per un momento, assorto nei suoi pensieri. Dopo qualche secondo volse il suo sguardo ad incrociare quello di Kahlan.
- So che è pericoloso Kahlan ma non abbiamo altra scelta. Dobbiamo riuscire a risparmiare più tempo possibile.
- Va bene Demian. Il Creatore ci proteggerà.



Kahlan e Demian seguirono le indicazioni dategli dalla guardia fino a raggiungere Monte Cavo. Questo si presentava come una gigantesca parete di roccia quasi liscia. Una grande grotta sembrava essere l’ingresso alle terre dei nani. I due compagni di viaggio presero un grande respiro quasi come volessero calmare la paura che attanagliava i loro cuori. Si incamminarono. L’interno della grotta era estremamente buio ma il pavimento sembrava essere stato modellato. Non sembrava un terreno naturale. Come pure non sembravano naturali le pareti. Demian lanciò un incantesimo di Luce in modo da poter vedere dove mettevano i piedi.
- Come sai dove dobbiamo andare? – sussurrò Kahlan
- Credo che Zeddicus abbia percorso questa strada molte volte… ne ho un ricordo netto.
I due proseguirono lentamente ed in silenzio. Riuscirono a muoversi senza essere visti per i primi cinque giorni di viaggio. Purtroppo, il risveglio del sesto, non fu così fortunato.
- Guarda guarda cosa abbiamo qui. Due elfi che sembrano essersi persi.
Kahlan e Demian si svegliarono. Davanti a loro c’erano quattro individui bassi e tozzi con delle lunghe barbe rossastre. Due di essi impugnavano un’ascia mentre gli altri due tenevano in mano una torcia ciascuno.
- Dovete essere pazzi – continuò il nano con voce profonda – invadere così le nostre terre da soli.
- Non siamo elfi signore – disse Kahlan – Siamo umani. Viaggiatori del vecchio mondo.
- Umani? Pensate forse che io sia stupido? Nessuno può entrare in queste terre senza conoscere la magia che le protegge. Da quando esistono viaggiatori del vecchio mondo in possesso di queste capacità?
- Io sono il portatore della spada della verità – disse Demian alzandosi e sfoderando l’arma – non vogliamo guai ma siamo pronti a combattere se ci costringerete.
I quattro nani esplosero in una risata fragorosa lasciando interdetti Kahlan e Demian.
- Se anche uccideste noi quattro non avreste alcuna speranza di uscire vivi da qui. Questa è casa nostra, la nostra fortezza. Senza una mappa non riuscireste nemmeno a tornare indietro.
- Ne sei sicuro? – disse Demian in tono di sfida
Sentitisi sfidati i nani attaccarono. Demian ne uccise due coi suoi incantesimi. Kahlan uno coi suoi pugnali. Il quarto venne confessato. Con un nano come guida il resto del viaggio fu senza pericoli.
- Finalmente un po’ di luce del sole – sorrise Kahlan uscendo da Monte Cavo
- È stato tutto troppo facile – rispose preoccupato Demian – stiamo all’erta.
- Perché devi sempre pensare negativo?
- Siamo usciti senza problemi dalle terre dei nani. Terre in cui a quanto pare non entrano neanche gli elfi che abitano qui da sempre. Non ti sembra strano?
I tre proseguirono fino al tempio degli anziani. Il viaggio era stato breve e privo di pericoli ma Demian era ancora preoccupato. Aveva il presentimento che qualcosa non andasse. Scavando nella sua memoria Demian riuscì a ricordare un incantesimo per aprire le porte del tempio degli anziani. Al nano confessato venne ordinato di rimanere fuori dal tempio ad attendere. Kahlan pensò che poteva fare comodo avere una guida anche per il viaggio di ritorno. I due entrarono nel tempio e trovarono ad accoglierli un anziano elfo. Un individuo dalle orecchie a punta e dai lunghi capelli biondi. I suoi occhi azzurri avevano uno sguardo incredibilmente abbagliante. Indossava una lunga veste bianca e stringeva con la mano destra un bastone di legno scuro alto quanto lui.
- Benvenuti giovani avventurieri. Il mio nome è Arandhìll. Vi ho atteso per molti anni.
- Davvero? – rispose sorpreso Demian – Come sapevate che saremmo arrivati?
- Molto tempo fa un giovane mago venne da me. Il suo nome era Zeddicus. Giunse qui accompagnato da Shota, una strega sua amica. Mi dissero che ella aveva avuto una premonizione e che un giorno un altro mago avrebbe raggiunto la porta del nostro tempio. Interrogammo le stelle e sottoponemmo Zeddicus ad una serie di prove per verificare che fosse degno della nostra fiducia. Egli le superò tutte. Le stelle confermarono la visione di Shota. Da quel giorno attendiamo il vostro arrivo.
- Dovremo superare anche noi delle prove? – chiese Kahlan
- Non sarà necessario giovane depositaria. Il tuo compagno di viaggio ha con se la spada della verità e sento forte in lui lo spirito di Zeddicus. Queste cose sono sufficienti per concedervi la mia fiducia.
- Arandhìll posso farvi una domanda? – chiese incuriosito il giovane mago
L’elfo annuì.
- Abbiamo attraversato Monte Cavo e non abbiamo trovato che quattro nani. Da quello che ci avevano detto sembrava che andassimo incontro a morte certa e invece è stato facilissimo. Com’è possibile.
- Da qualche tempo i nani hanno lasciato Monte Cavo e le terre degli elfi. Hanno sentito il richiamo di un signore più potente, di gloria e di sangue e non hanno saputo resistere. Molti di loro sono andati nel Nuovo Mondo, alcuni in cerca di una nuova vita, altri in cerca di guerra. Ma non è per questo che siete qui. Venite con me, c’è un rituale che dovete imparare.
Demian impiegò alcuni mesi ad apprendere il rituale per copiare le abilità magiche di Cara. Mesi duri nei quali Kahlan rimase al suo fianco per sostenerlo e dargli forza. Mesi nei quali anche la giovane depositaria venne istruita a controllare un grande potere che scorreva nelle sue vene: la furia del sangue. Finito il loro addestramento i due ringraziarono Arandhìll e si misero in viaggio per tornare al Palazzo dei Profeti dove vennero accolti da Cara.
- Bentornati. Siete riusciti a raggiungere le terre degli elfi?
I due annuirono ma il loro sguardo lasciava trasparire una profonda tristezza.
- Che c’è che non va? – chiese la Mord’Sith
- Cara, c’è qualcosa che dovresti sapere – disse Kahlan volgendo il suo sguardo lontano da quello della Mord’Sith
- Lo so già piccola. Io non sopravviverò a questo rituale.
- Come fai a saperlo? – chiese sorpreso Demian
- Sono molte le cose che so. La mia vita è stata lunga e piena di avventure. Ho avuto al mio fianco persone straordinarie come Richard, Kahlan e Zeddicus ed ho condiviso con loro molte conoscenze. È tempo che io raggiunga i miei amici. Per me, dare la mia vita, non sarà un sacrificio ma una liberazione.
Il giorno seguente Demian eseguì il rituale su Cara e Keyra. Nacque così un nuovo ordine: l’ordine delle Larhil’Sith. Prima di partire Kahlan, Demian e Keyra seppellirono Cara. La vecchia generazione di eroi aveva lasciato spazio a quella nuova.

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Certezza di morte.. scarse possibilità di successo..cosa stiamo aspettando?
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